Qualche giorno fa stavo contemplando nella rete il messaggio col quale un amico rispondeva ai miei deliri esistenziali. Sta all’altro capo del mondo ed è felice come un bimbo: si fa quotidianamente viziare da un numero imprecisato di belle ragazze, dal rumore dell’oceano e da cibi non cellophanati. Come dicevo poc’anzi, lo stavo aggiornando sulla mia scarsissima attitudine a vivere in maniera piena ed appagante questa grandiosa farsa esistenziale. Il testo del messaggio è questo:
ciao.
Spero non ti sia ancora suicidato. C’è tempo, è forse l’unico treno della
vita che continua a passare.
Cura ut vale, grandissimo D.!
Si però lui non costruisce niente in realtà.. quando sarà vecchio e non avrà uno straccio di pensione allora sì si pentirà della sua vita dissoluta e tu ringrazierai invece il caro vecchio ufficio fidi di averti regalato una vecchiaia serena…
la V.
Ufficio fidi, vecchiaia: mio dio, ma che diavolo stai dicendo? Del futuro poco o punto m’importa; e con la pensione ci faccio la birra.